La maggior parte delle grandi industrie di questo settore si trova nei maggiori centri industriali del Nord, ovvero il triangolo Torino – Milano – Genova, ma, negli ultimi decenni, si è consolidato un tessuto di piccole e medie imprese che hanno saputo far fronte alle sfide del mercato mondiale grazie alla capacità di innovazione e alla creatività.
Queste caratteristiche, più spesso associate a moda e design (così come la definizione di “Made in Italy”), da anni vengono sempre più spesso accostate all’industria. In un campo che ha attraversato un lungo periodo di crisi, sono sopravvissute le realtà che hanno saputo innovare e trovare nuove soluzioni: ecco che la creatività diventa un vocabolo di moda anche fuori dalle passerelle.
Le macchine utensili italiane sono una delle punte di diamante del Made in Italy nel mondo: nel nostro Paese non possiamo pensare di essere competitivi con prodotti manifatturieri dai grandi numeri e dalla bassa qualità, poiché essi possono venir realizzati a costi molto minori da manodopera scarsamente qualificata in posti dove il lavoro costa poco.
I lavoratori italiani del settore metalmeccanico e, in particolare, delle macchine utensili, provengono invece da una tradizione di eccellenza e qualità, doti preziose e non così frequenti da trovare ovunque.
L’industria metalmeccanica produce una gran parte di quello che un’azienda utilizza e che è classificato come bene strumentale, in pratica i macchinari per la produzione; essa è quindi trainante per qualsiasi economia. Oltre a questo, le innovazioni che vengono introdotte nelle apparecchiature dedicate alla produzione (quindi anche nel settore delle macchine utensili), si ripercuotono positivamente a cascata nell’industria e nell’economia collegata.
In Italia, secondo l’Istituto Nazionale di Statistica, ben l’82% della produzione che rientra nella definizione di “alta” o “medio/alta” tecnologia è riconducibile al settore metalmeccanico, che si conferma quindi come volano primario e trainante per il Paese.
Sempre secondo i dati ISTAT, il settore metalmeccanico occupa 1.700.000 addetti ed esporta beni per 191 miliardi di euro: basti pensare a quante grandi e piccole industrie dei paesi produttori (come la Cina) utilizzino macchine utensili prodotte in Italia per fabbricare i prodotti coi quali primeggiano nei mercati mondiali di molti settori.
Attualmente, tutti possiamo constatare che i prodotti tecnologici che utilizziamo sono per la maggior parte fabbricati in Cina. Questo è vero sia per i gadget più economici, sia per i dispositivi di fascia alta. Questi ultimi devono soddisfare utenti abituati a prodotti di alto livello, basti pensare a dispositivi come l’iPhone: le fabbriche che realizzano certi prodotti devono assicurare standard di qualità elevati e costanti. Per poter fare questo, anche le macchine utensili che materialmente sfornano l’altissimo numero di pezzi necessario devono essere di elevata qualità e in grado di garantire elevati volumi di produzione.
È qui che entra in gioco l’Italia, con le sue aziende che esportano macchine utensili, centri di lavoro orizzontali e verticali, teste di fresatura multiasse, il tutto controllato da computer per garantire la più alta precisione: molte piccole e medie imprese italiane producono le macchine grazie alle quali possiamo goderci uno smartphone di ultima generazione o un televisore dal design fantascientifico.
Alcune di queste aziende produttrici di macchine utensili come, ad esempio, MTT Technology, hanno addirittura sviluppato delle vere e proprie partnership con primarie industrie cinesi dello stesso settore.
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