Sara Peronio è un fotografo matrimonio che in questo articolo ci spiegherà come un professionista del settore nozze non si annoi mai anche se lavora più volte presso la stessa wedding location.
Prendo spunto da una domanda che mi è stata posta da un’amica in occasione di un matrimonio a Villa Gallici Deciani: ma non ti stufi di fare i matrimoni sempre negli stessi luoghi e le foto non sono tutte uguali poi? Per quanto possa sembrare bizzarra, questa domanda me la sento fare spesso e vorrei provare a dipanare un po’ di dubbi in merito.
Lavorare più volte negli stessi luoghi e per servizi dello stesso tipo induce a pensare ad un lavoro “ripetitivo” e anche standardizzato. Non nego che all’inizio della mia carriera ho avuto questi dubbi pure io, soprattutto analizzando la produzione di alcuni fotografi di matrimoni dell’epoca. Guardando gli album di matrimono dei primi anni 2000 non era insolito vedere una raccolta di ritratti più o meno ambientati: il fotografo faceva dei ritratti alla sposa a casa dei genitori, poi alcune foto (poche) durante la cerimonia, altri ritratti di coppia nel parco, giardino o castello scelto e il taglio della torta come chiusura. Effettivamente questi lavori potevano risultare piuttosto ripetitivi e poco ricercati. Anche a causa di questo tipo di produzione il fotografo di matrimonio ha risentito un po’ della “nomea” di fotografo di seconda scelta. D’ altronde una volta imparato lo schema era molto semplice produrre un matrimonio in quel modo. Non voglio generalizzare e togliere meriti a tutti i fotografi matrimonialisti dell’epoca, indubbiamente anche allora c’erano fotografi che emergenvano rispetto ad altri e non tutti i lavori erano fatti con lo stampino, ce n’era anche di ricercati ed interpretativi; quello che ho voluto descrivere è lo “stereotipo” del fotografo di matrimonio dagli anni ’80 a metà del decennio scorso (2001-2010).
Oggi è tutto molto diverso, il modo di interpretare il matrimonio che ho scelto e che condivido con gli altri fotografi dello studio, si basa sul racconto della giornata. Non più una serie di ritratti ma una sequenza di scene di vita, cose realmente successe durante la giornata senza la “regia” del fotografo. Naturalmente anche in questo modo capita di produrre dei ritratti ma non sono più la parte centrale e predominante, anzi, sono la parte minore nell’album. Oggi un album di matrimonio Emotionlab, è il racconto di una giornata. I preparativi, le emozioni, i dettagli, i gesti, le lacrime e i sorrisi del giorno più bello di una coppia. All’interno della cornice creata dalla location e dagli allestimenti, gli sposi e i loro invitati si muovono liberamente e “vivono” la loro giornata in assoluta spontaneità. Ogni momento può succedere qualcosa che va immortalato, ogni dettaglio può dar vita alla scintilla creativa e farne emergere delle immagini cariche di pathos e non solo di tecnica. Visto in questo modo non è possibile che sopraggiunga la noia, non è possibile che i servizi siano ripetitivi, ogni persona è diversa e fa cose diverse, espressioni diverse, gesti diversi.
Questa è la mia medicina per trovare continui stimoli e soddisfazioni in questo lavoro: avvicinarmi ad ogni matrimonio con l’emozione della prima volta e con l’esperienza e il desiderio di non perdere nessun dettaglio come se fosse l’ultima… ecco da dove nasce l’unicità e l’esclusività degli album Emotionlab.
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