Analizzando gli ultimi dati utili disponibili, nel periodo che dall’ottobre del 2011 arriva fino al mese di aprile del 2012, emerge una tendenza al ribasso per quanto riguarda l’erogazione bancaria di finanziamenti utili al mutuo prima casa. Se prima della crisi economica che ha colpito l’Unione Europea fra il finire del 2010 e gli inizi del 2011, i cui strascichi ancora persistono, le banche in media riuscivano a erogare finanziamenti pari almeno al 50% del valore totale dell’immobile cui il mutuo si riferiva, oggi hanno contratto il finanziamento fino ad arrivare a una percentuale del 49%. Un punto percentuale può esser considerato un decremento insignificante, ma tradotto nella vita reale mette le famiglie nella posizione di avere un capitale più alto rispetto al passato qualora volessero intraprendere l’accensione di un mutuo.
In passato il mutuo, quando riferito alla prima casa ovvero all’abitazione principale del richiedente mutuo, non scendeva mai al di sotto del 50% del valore totale dell’immobile. Questo garantiva una maggiore sicurezza non solo a livello economico, ma soprattutto psicologico, per le famiglie che decidevano di rivolgersi a un istituto di credito per l’acquisto o la ristrutturazione della prima casa.
Il mercato immobiliare e di conseguenza quello finanziario dei mutui e dei prestiti per l’acquisto di beni immobili ha subito un’evidente contrazione causata dalla crisi economica e dall’andamento altalenante del mercato del lavoro a livello nazionale e internazionale. L’unica nota positiva è che i dati Euribor, che influenzano gli spread bancari, sono ai minimi storici, dunque gli interessi cui il mutuatario deve far fronte non hanno subito mutazioni al rialzo. Molti istituti di credito, in controtendenza con la diminuzione del credito concesso, hanno deciso di ampliare le proprie offerte di mutuo, erogando fino al 100% del valore dell’immobile, per poter invertire il trend negativo e la contrazione del mercato immobiliare.
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