L’amarezza nella Cronogenetica è considerata la quarta emozione negativa d’imprinting e colpisce il 12,43% delle persone italiane che hanno effettuato il percorso*.
Per tutti arriva un momento nella vita in cui ci si trova di fronte a speranze cadute, a vissuti ingiusti che ci costringono a riconsiderare i valori della nostra vita. Siamo improvvisamente invasi da un profondo senso di rammarico che ci allontana dalle spiagge delle nostre certezze, quasi a privarci dello scopo del nostro esistere. Chi ha l’imprinting primario dell’amarezza tende a rivivere più volte questo stato d’animo: uno stato emotivo particolare che coinvolge quotidianamente e continuativamente colui che lo vive.
Nelle persone assistite con la disciplina della Cronogenetica è stato riscontrato una difficoltà nel contrastare questo imprinting perché fondato su basi solidissime: gli eventi del passato, così vivi nell’esperienza esistenziale della persona, tendono ad inibire un riavvicinamento a quei valori su cui si è fondata la vita stessa, “sono convinto che nulla potrà rimediare all’accaduto”. Questa è una delle testimonianze e la ‘giustificazione’ maggiormente consolidata nella mente di chi vive l’Amarezza.
La verità è che l’amarezza è una rinuncia profonda al vivere: si decide ostinatamente di legarsi a un eterno presente fondato attorno a un’idea chiara e forte, ma autodistruttiva, “che l’unica nostra migliore opportunità è andata persa”. Quando la vita stessa è cambiamento!
La realtà viene spogliata da ogni attrazione così che ogni azione risulta essere inutile, a lungo andare, questa emozione, diventando predominante, lascerà spazio a un senso di vuoto profondo dovuto alla totale mancanza d’azione. La rinuncia si sedimenta nel passato anche se la vita continuerà ad essere vissuta! E’ importante ciò che insegna la Cronogenetica a riguardo:
“Colui che ha l’amarezza come imprinting primario, ha problemi con la non accettazione di prendersi le proprie responsabilità!”
Non basta però rendersi conto di quanto finora detto, questo non è sufficiente a farci agire nuovamente, perché fintanto che si percepirà la mancanza, ogni pensiero inizierà con un “no”.
La pulizia emozionale:
La Cronogenetica ha aiutato e aiuta tutt’ora le persone donando loro la certezza che gli artefici del proprio destino e della propria esistenza siamo solo ed esclusivamente noi stessi. Questa certezza è paragonabile al ‘miracolo’ di un atleta che dopo aver subito un pesante trauma, tornerà a correre più forte di prima.
Questo significa soprattutto tornare ad accettare di agire, per un periodo anche lungo, anche se nulla di ciò che facciamo potrà inizialmente sembrarci attraente o utile, potrà sembrare di farlo solo perché va fatto, solo perché ci affidiamo a noi stessi, finché il senso riaffiorerà dissolvendo la nube dell’amarezza.
E’ importante rendersi subito conto che l’amarezza è una sofferenza interiore elevatissima che spinge la persona che la prova a cercare fuori di sé tutte le condizioni che le permetteranno di rinforzarla. Quindi spetta a noi correre incontro al traguardo, superare gli ostacoli e vincere la partita della vita, anche se questo significa correre assieme a chi può comprende il nostro male e mantiene alta la nostra motivazione.
*su un tot. di 885 assistiti – CRONOGENETICA, Mario Grilli e Domenica Nieddu, ed. Mediterranee.
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