La tristezza è l’emozione che per eccellenza richiama i ricordi del passato con l’unico obiettivo di alimentare l’emozione stessa.
Chi “soffre” di tristezza non percepisce consapevolmente questo meccanismo della mente di richiamare ricordi dolorosi e eventi del passato dalla tinta grigia. La tristezza per sua definizione non è una malattia, ma è uno stato d’allerta riguardo episodi della vita che a lungo termine possono condurre alla depressione.
In questo stato d’animo la persona si scontra con i propri limiti, i desideri vengono messi a dura prova e le aspettative personali vengono aggredite dai dubbi dell’insuccesso: rievocare ricordi passati legati a fallimenti, quindi, non è che un modo inconsapevole di alleviare il dolore di un’aspettativa difficile da accettare. Questa però non può considerarsi una soluzione!
« Buongiorno tristezza, amica della mia malinconia…
la strada la sai, facciamoci ancor oggi compagnia… »
(Giuseppe Fiorelli, Mario Ruccione, Buongiorno Tristezza)
Questa poesia esprime bene il ‘sollievo’ interiore riguardo la condizione di chi è triste, allo stesso modo esprime una prematura ‘rinuncia’ propria di chi ha smesso di credere nel suo futuro. La soluzione è comprendere se stessi e trovare la forza di prendere le distanze dalla tristezza, accettare i propri limiti, ridimensionare le proprio aspettative se necessario, perché in fondo nessuna scelta è sbagliata se non è ancora stata decisa. Vivere la tristezza come blocco emotivo significa alimentare il nostro rifiuto di sbagliare nuovamente e commettere errori passati.
La Cronogenetica inquadra la tristezza tra le cinque emozioni negative proprie dell’essere umano (il senso di colpa, la rabbia, la paura, l’amarezza e la tristezza), e il suo scopo – in quanto metodologia atta all’individuazione della causa radice di ogni emozione e la conseguente pulizia emozionale – è offrire un nuovo modo di percepire gli eventi del passato e del futuro. Perché solo così è possibile prendere le distanze dal blocco emotivo e ritrovare il coraggio di scegliere come vivere la propria vita.
Nella Cronogentica l’imprinting della tristezza assume una connotazione di forte sfiducia in se stessi e nell’idea che ogni scelta ha dei limiti per la realizzazione del sé. Questa auto-paralisi è inoltre alimentata da una forte ricerca di ciò che non è andato nel passato! Un passato che spesso è riconducibile al generazionale. La scoperta di grande interesse fatta dai coniugi fondatori della Cronogenetica (il Dott. Mario Grilli e Domenica Nieddu) è scoprire quanto sia forte il legame famigliare e come emozioni negative appartenenti al ramo generazionale possano riaffiorare nella vita dei figli. Così imprinting quali la rabbia, il senso di colpa, e la stessa tristezza, possono avere come causa radice una storia legata al passato di un famigliare di cui non conosciamo l’identità, ma di cui viviamo molto del proprio corredo crono-genetico.
“La tristezza fa parte della vita” e la Cronogenetica suggerisce come togliere l’emozione della tristezza dandovi un nuovo modo di vedere e percepire gli eventi passati e futuri.
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