Se siete giovani e volete comprare la vostra prima casa preparatevi a un vero tour de force: rate da pagare, diversi anni di sacrificio e il peso dei tassi di interesse talvolta molto alti. Prima di affrontare tutto ciò c’è la richiesta del mutuo alla banca e oggi, con i contratti a termine e le difficoltà finanziarie, le giovani coppie fanno sempre più fatica ad ottenerlo (garante permettendo).
Perché oltre a pagare le rate del mutuo richiesto, sul totale da restituire incide sempre l’importo della rate di interesse sul capitale prestato, e alla richiesta di mutuo viene, infatti, sempre indicata anche la scelta del tasso mutuo prima casa preferito. Il tasso d’interesse influisce direttamente sulla quota di denaro da restituire, e sta ad indicare il costo del capitale prestato dall’istituto di credito, che determina quindi la spesa aggiuntiva rispetto al capitale prestato. I tassi d’interesse, poi, sono relazionati in base al valore del costo del denaro, calcolato in un determinato periodo e in base al contratto. Quelli più comuni sono quello a tasso fisso, a tasso variabile e a tasso Bce, acronimo di Banca Centrale Europea. Il primo prevede un tasso di interesse che rimane invariato per tutta la durata del mutuo; il secondo varia in base all’andamento dell’Euribor (acronimo di Euro Inter Bank Offered Rate, tasso interbancario di offerta in euro) e viene calcolato periodicamente, ogni 3 o 6 mesi. Il tasso a Bce dipende dal costo del denaro dell’Eurozona e viene calcolato in base agli andamenti interbancari europei.
Scegliere il tasso del mutuo per la prima casa è sempre un problema, quindi, per chi non è bene informato sulla modalità dei tassi previsti e soprattutto In Italia, dove i tassi sono più alti del 62% rispetto al resto d’Europa. Un ulteriore difficoltà è prevista dalla nuova Legge di Stabilità, che prevede minori possibilità di detrazione. Se prima accendendo un mutuo relativo all’acquisto della prima casa si poteva beneficiare di una detrazione del 19% relativa agli interessi passivi ed oneri accessori inerenti, per un massimo di quattromila euro, il quadro normativo previsto dalla nuova Legge di Stabilità prevede ora un tetto massimo di tremila euro. Come dire continuare a versare benzina sul fuoco…
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