Sviluppare una corretta strategia SEO è quindi importante almeno quanto realizzare un buon sito: non tenere conto di questo durante la fase di progettazione, si traduce in onerosi investimenti poi di SEM (acronimo di Search Engine Marketing) per acquistare traffico, generando quindi artificialmente accessi al sito attraverso ad esempio campagne pay-per-click.
Tutto quindi ruota intorno alla necessità di avere il maggior numero possibile di visitatori, ovvero fare in modo che il proprio negozio online sia posizionato il più possibile vicino alle grandi arterie di traffico generate dalle chiavi di ricerca degli utenti: più alto è il numero di visitatori “attratti”, maggiore è la probabilità che uno di loro acquisti. Ma come si attraggono i visitatori?
In questi ultimi anni la faccenda si è fatta notevolmente più complessa, come detto, dal momento che le strategie SEO, le armi a disposizione dei consulenti SEO, sono molteplici ed afferiscono a più aree di business, complice anche la tecnologia e le abitudini dei potenziali utenti.
A seconda delle categorie merceologiche è infatti strategico operare scelte diverse in ambito SEO.
Nel caso dei dispositivi mobili ad esempio il SEO richiede investimenti specifici dal momento che è rilevato come il tasso di abbandono da “mobile search” sia sensibilmente più alto rispetto a quello rilevato da personal computer.
Si parla in questo caso di tecniche SEO mobile-oriented. Inoltre c’è anche un secondo fattore: i dispositivi di georeferenziazione presenti ormai su tutti i telefonini hanno introdotto il concetto di posizionamento geografico come leva ulteriore per le strategie di Search Engine Optimization.
Per un ristorante o un albergo, ad esempio, avere il proprio sito indicizzato per keyword che comprendano anche la posizione geografica aumenta le probabilità che un potenziale cliente acquisti il servizio.
La leva “social”, infine, è sempre più strategica non tanto per incrementare direttamente le vendite, quanto per aumentare la Brand Awareness, la consapevolezza del marchio, e quindi incrementare la “share of mind” ovvero la quota di mercato potenziale. In quest’ambito Facebook è il Social Network dove sono indirizzati i maggiori investimenti da parte delle aziende. Non a caso Facebook nel 2013 è attesa a ricavi a 9 zeri (di dollari) nell’ambito del mercato pubblicitario.
In questo scenario è evidente come le figure professionali dei SEO specialist siano sempre più in ricercate dagli Uffici del Personale delle grandi Aziende. Per le piccole e medie imprese (PMI), che spesso non hanno budget per portare in casa una figura del genere resta l’opzione della consulenza esterna: grazie ai consulenti SEO è possibile per gli imprenditori che decidano di farlo avvicinarsi al web in modo strutturato, garantendo il ritorno dell’investimento grazie al sensibile aumento delle vendite.
Il consulente SEO 2013 dovrà in definitiva avere un mix di competenze del tipo Search&Social&Mobile: dovrà guidare l’azienda nell’approccio ad una strategia di web marketing integrata che si snodi non solo sui dettami SEO “standard”, ma che includa, a seconda dei piani delle aziende clienti, anche i canali social e mobile. Solo in questo modo, infatti, i visitatori aumentano in modo naturale o organico.
Le aziende, piccole e medie che siano, cercano nei consulenti SEO quindi qualcuno che trasformi (o che aiuti a creare ex novo) un sito web “SE friendly” ovvero sviluppato e comunicato in modo che sia posizionato nelle prime posizioni sia per ricerche classiche per parole chiave che in quelle geolocalizzaate e che abbia la migliore reputation possibile in ambito social.
Resta scontato però che il valore intrinseco di un sito web è legato alla qualità dei contenuti che esso propone: il consulente SEO può quindi fare il miglior lavoro del mondo ma se la value proposition del sito non è ben posta ai suoi clienti (potenziali e non) la probabilità di fallimento resta comunque elevata.
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