Scomparsi negli ultimi anni, quando la crisi ha paralizzato il credito per privati ed aziende, ecco che recentemente si inizia ad assistere al timido ma significativo ritorno dei mutui-casa nel novero degli strumenti finanziari offerti ai consumatori da parte delle banche.
Un ritorno ‘timido’, ovviamente, perché la copertura economica offerta non raggiunge il cento per cento del valore dell’immobile, come pure difficilmente
poteva accadere in passato.
Chi non ha somme in contanti non potrà comunque avventurarsi nell’acquisto, e lo stesso vale per coloro che non possono garantire con redditi da lavoro o da pensione quelle rate mensili che sarà necessario pagare per 15, 20 o persino 30 anni.
Ma nel frattempo questi primissimi segnali di ripresa costituiscono un indizio importante per il mercato, ed ovviamente una buona notizia per i cittadini che avevano rimandato, negli ultimi anni, l’acquisto di un’abitazione di proprietà.
Le banche e gli istituti di credito stanno tentando di ripristinare un fisiologico meccanismo di allocazione delle risorse finanziarie, ripartendo, come auspicabile, dalle famiglie.
Anche perché, almeno nei casi più virtuosi, si tratta di banche che in questi anni hanno accumuato denaro, complice la Bce con i suoi prestiti agevolati e la rincorsa all’acquisto di titoli di Stato, senza poi trovare effettivi canali di investimento finanziario.
Tale scenario non coinvolge gli istituti che hanno invece utilizzato i fondi europei per gestire le molteplici sofferenze in portafoglio, tra quelle ‘storiche’ e quelle scaturite direttamente dalla crisi economica, e che anzi ancora faticano nel riprendere un ruolo positivo nei confronti dei consumatori.
Sono le banche e gli istituti finanziari in buona salute che oggi possono ambire alla copertura della domanda di mutui immobiliari, sempre presente nel nostro paese in cui la casa di proprietà è ed è sempre rimasta ambizione tra le più diffuse.
Come sempre accade, una grande crisi economica costituisce una tragedia per molti; ma anche – contemporaneamente – una grande opportunità per alcuni.
Ben vengano questi primi coraggiosi – e virtuosi – istituti che stanno provando a scommettere sulle famiglie italiane, e, soprattutto, sulla prossima auspicabile uscita dal lungo periodo recessivo di questi ultimi anni.
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