Questa del 2014 è stata un’estate decisamente ‘calda’ per chi ha seguito l’insieme delle notizie sul settore assicurativo italiano.
Ma tra le tante notizie estive, che necessariamente finiscono nel dimenticatoio dell’opinione pubblica non appena torna settembre, questa del 14 agosto 2014 sarà probabilmente una data che ricorderemo a lungo in Italia.
La ricorderanno gli addetti ai lavori del settore assicurativo, ovviamente, ma la ricoderanno ancora meglio i medici, che da ferragosto scorso sono tenuti per legge a dotarsi di una polizza assicurativa per la Responsabilità Civile professionale, a meno che non siano inquadrati a titolo effettivo nel Servizio Sanitario Nazionale (e quindi presumibilmente tutelati dallo Stato sotto il profilo civilistico).
L’obbligo scatta in virtù del decreto legge 69 del 21 giugno 2013 (governo Letta), mentre l’esenzione per i dottori della sanità pubblica è stata recentemente ribadita dal ministro Beatrice Lorenzin in una nota rilasciata alla stampa.
Gli errori medici coperti dalla polizza includono i ritardi o gli sbagli commessi al momento della diagnosi di una patologia medica, oltre agli errori nella prescrizione di farmaci e nella compilazione delle cartelle cliniche dei pazienti.
Un ‘fardello’ di non poco conto, insomma, che prevede infatti premi assicurativi non indifferenti ma anche massimali nei rimborsi preventivabili.
In questo senso non sono mancate proteste vibranti da parte dei medici pià esposti a rischi, come i chirurghi o i ginecologi che si occupano di assistere gravidanze e nascite.
Ci si aspetta l’istituzione di un Fondo pubblico per i Rischi Sanitari che sia in grado di calmierare le polizze per le categorie a rischio, mentre d’altra parte è stato istituito dal decreto 69 l’attivazione di un più generale Fondo di Tutela gestito dalla Consap (Concessionaria Servizi Assicurativi Pubblici) con lo scopo di orientare nel senso della trasparenza quell’offerta di servizi che ci si aspetta da parte del settore privato.
Al di là dei tecnicismi istituzionali e del pur prevedibile impatto che tale riforma avrà sul mondo delle assicurazioni professionali, in cui i ‘sanitari’ rischiano di assumere una rilevanza di non poco conto in termini di volume fisico dei potenziali assicurati e di monte premi annuale, che tipo di cambiamento rappresenta il decreto legge 69 per i consumatori nel loro complesso?
Come ‘pazienti’ dovremo iniziare a chiedere espressamente al nostro dottore di esporre il regolare ‘cedolino’ della RC professionale, magari in un angolo ben visibile dello studio?
Molto probabilmente tale scenario corrisponde al vero; e anche se può far trasparire aspetti comici, ci si chiede se effettivamente alcuni degli scrupoli soprasmenzionati non possano davvero trovare corpo e fondamento nella pratica reale del nostro prossimo futuro di pazienti.
Indubbiamente, d’altra parte, sotto il profilo della tutela del consumatore tale obbligo si pone nel segno della decennale lotta alla malasanità e al malcostume sanitario, se si pensa che la storia assicurativa di ciascun ‘camice’ sarà d’ora in poi monitorata dagli istituti finanziari, che potranno quindi negare i loro servizi nei casi di reiterata inefficienza o incompetenza.
Posted in: Comunicati | Tags: assicurazioni, medicina
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