Entro il compimento del cinquantesimo anno di età, una persona su due avrà prima o poi sofferto di emorroidi: lo dicono le statistiche relative ai paesi industrializzati, secondo cui l’incidenza del disturbo è particolarmente elevata.
Le emorroidi, in assenza di condizioni patologiche, altro non sono che utilissimi “strumenti” che madre natura ci ha fornito per fare il modo che il nostro sfintere abbia una perfetta capacità contenitiva. Esse, secondo quanto riportano alcuni manuali medici, contribuiscono in effetti alla continenza anale per una percentuale compresa tra il 15 e il 20%.
Purtroppo però può accadere che, in presenza di episodi ricorrenti di stitichezza o altri disturbi, le emorroidi esterne aumentino di volume e arrivino addirittura a fuoriuscire dalla loro sede naturale, con grandi disturbi che vanno dal prurito al sanguinamento, dal gonfiore al dolore intenso.
Se poi un coagulo di sangue si forma a livello delle emorroidi prolassate, allora il dolore si fa ancor più acuto ed è necessario farsi visitare il prima possibile da un medico. Quello di famiglia va benissimo ma, se si è in contatto con un proctologo di fiducia, meglio rivolgersi allo specialista che dispone di competenze e strumentazioni idonee per valutare al meglio la situazione.
Nei casi più gravi in cui la situazione delle emorroidi è ormai compromessa può essere necessario ricorrere a un intervento chirurgico per farle sgonfiare e riposizionarle nella loro sede originaria; niente paura però, perché i metodi odierni sono minimamente invasivi.
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