L’inner game / credenze sono senza dubbio l’aspetto più importante in assoluto del gioco della seduzione…
Possiamo essere in grado di aprire i set, di avere interazioni prolungate di usare modi da Alpha ma… la verità è che se non siamo realmente forti come cerchiamo di apparire le donne lo percepiscono ed il nostro gioco risulterà perdente e non otterremo chiusure solide.
P.S. se vuoi dare una spinta propulsiva al tuo inner game dai un’occhiata a questo link
Le credenze sono le cose in cui crediamo… possono riguardare gli aspetti più disparati ma noi oggi ci concentreremo su quelle che riguardano noi stessi, la nostra autostima ed il nostro rapporto con le donne… e per farlo ho deciso di raccontarvi una storia.
Due amici sono insieme in un bar a prendere un drink per l’aperitivo, il primo, Mario, ha un’autostima molto alta e crede di essere molto attraente per le ragazze. Il secondo, Filippo, pensa invece di essere brutto, di non piacere alle donne ed inoltre si vergogna del suo grosso naso.
Caso vuole che due amiche sedute lì vicino inizino a ridere e questo da il via ad i loro processi mentali automatici.
Mario pensa subito che le ragazze ridano perché attratte da lui e già sta pensando di approcciarle.
Filippo invece pensa che le due stiano ridendo di lui e probabilmente trovano ridicolo il suo grosso naso.
La parte migliore della storia è che le due amiche non stavano ridendo per nessuno dei due motivi. Loro ridevano solo perché avevano visto il cameriere dietro di loro scivolare per terra e far cadere alcuni bicchieri.
Capisci cosa voglio dire? Lo stimolo era neutro ma uno (Mario) che godeva di credenze potenzianti ne ha approfittato per accrescere ulteriormente la sua autostima, mentre il secondo (Filippo) con le sue credenze depotenzianti ha demolito ulteriormente la fiducia in se stesso.
Le credenze possono essere le tue migliori alleate o le tue peggior nemiche senza mezzi termini.
Una persona con delle giuste credenze potenzianti può ottenere davvero dei risultati straordinari, mentre un’altra con delle credenze depotenzianti non avrà mai il giusto atteggiamento per affrontare delle sfide importanti.
In ogni caso non sostengo che le credenze siano tutto, ovviamente ci sono anche altri elementi, come il nostro aspetto, il nostro status sociale e molti altri. Non è che se io mi convinco di essere il miglior calciatore del mondo domani vengo chiamato dal Real Madrid.
Il punto è che il giusto atteggiamento mentale ci fa lavorare nelle migliori delle nostre possibilità quali che esse siano.
Nella mia carriera ho avuto l’opportunità di fare un workshop su delle tecniche di apprendimento rapido in un liceo ed un ragazzo mi disse: “Io non sono portato per la matematica potrò ugualmente farcela?”
La mia risposta è stata: “Siccome non hai nessun limite oggettivo, (ad esempio dei problemi gravi e reali come quegli sfortunati che soffrono di un disturbo dell’apprendimento) magari non vincerai mai le olimpiadi della matematica, ma ti assicuro che con il giusto atteggiamento e con l’impegno otterrai senz’altro degli ottimi voti”.
Le credenze si formano con le nostre esperienze. Ogni esperienza della nostra vita a partire dalla vita familiare con le sue dinamiche, i primi avvenimenti della nostra infanzia e l’adolescenza sono le basi su cui si formano le nostre credenze che diventano la nostra mappa del mondo.
Tuttavia ogni credenza si può fondare su diverse motivazioni come diverse gambe che sorreggono un tavolo. Ad esempio se il nostro amico Filippo è convinto di essere una frana con le donne questo gli deriva da diverse motivazioni, come ad esempio il pensare di essere brutto, di essere timido, di essere poco interessante eccetera…
La somma di tutti questi motivi genera una credenza.
Nel coaching non si affrontano mai i problemi tutti insieme, la parola chiave è scomporre, ma in che senso?
Come abbiamo visto le credenze si fondano su più motivazioni (come le gambe di un tavolo) ed allora noi andremo ad affrontarle una alla volta per distruggerle e ribaltare questo tavolo.
Con Filippo partiremo quindi da uno dei motivi come “penso di essere timido”.
Questo pensiero si va ad inserire in questo processo cognitivo riassunto con l’acronimo PEAR.
P=pensiero. E=emozione. A=azione. R=risultato.
Filippo Pensa di essere timido, questo gli genera una Emozione negativa che lo porta a delle Azioni poco efficaci che gli fruttano dei Risultati pessimi.
Ed il risultato pessimo genererà a sua volta altri pensieri negativi in un vortice infinito.
Quello che quindi faremo sarà trasformare con varie tecniche questi pensieri all’origine di tutto che permetterà a Filippo di avere delle emozioni più positive, delle azioni più efficaci e dei risultati vincenti.
Non sarebbe così male vero?
Quello che hai letto è un articolo scritto per GoArticoli da Doc, esperto di seduzione del sito PUATraining Italia è il ramo italiano dell’azienda PUATraining ovvero una delle più accreditate e riconosciute scuole di seduzione in Europa e nel mondo (così come documentato anche in Italia da quasi tutti i principali media italiani) che nel corso degli anni ha migliorato per il meglio la vita di tantissimi uomini grazie alle sue “tecniche di seduzione naturale”. Se vuoi avere altri consigli gratuiti sul come migliorarti con il gentil sesso, iscriviti GRATUITAMENTE alla loro mailing list tramite la quale riceverai tantissimi consigli gratuito e di alta qualità sulla seduzione.
Posted in: Comunicati | Tags: autostima, seduzione
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