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Ieri mattina, presso l’archivio di Stato di Cosenza, si è tenuto un incontro-dibattito sul delicato tema dei testimoni di giustizia: comuni cittadini che, essendo stati vittime o testimoni di un crimine, hanno deciso di denunciare, esponendosi alle ritorsioni della criminalità e alle inefficienze di uno Stato che non li tutela. L’evento, organizzato dalla biblioteca e dal laboratorio-osservatorio permanente sulla legalità del liceo scientifico “Fermi” si è sviluppato attorno alle storie dei “corpi senza ombra”, raccontate nel volume “Tra l’incudine e il martello”, dell’avv. Angelo Greco, Pellegrini Ed.
Di fronte a una vasta platea, formata dagli studenti del liceo “Fermi”, del liceo “Scorza”, dell’ITIS “Monaco” e dell’istituto “Todaro” di Rende, sono intervenuti Michela Bilotta, dirigente del liceo “Fermi”, il prefetto di Cosenza Raffaele Cannizzaro, il questore di Cosenza Alfredo Anzalone, l’editore Walter Pellegrini e l’avvocato Angelo Greco.
Al loro fianco, il testimone di giustizia Gaetano Saffioti, imprenditore del cemento, simbolo della Calabria che si ribella alle vessazioni della criminalità organizzata. Saffioti non ha mai accettato aiuti dallo Stato, non ha cambiato generalità ed è rimasto nella sua terra. Il suo incontro con i giovani delle scuole, gli imprenditori e le istituzioni è diventato fondamentale per diffondere il messaggio che la mafia si può vincere, se c’è la volontà del cambiamento.
Le domande degli studenti ai relatori sono state la chiosa di un incontro che ha portato alla luce uno scenario doloroso, come quello dei testimoni di giustizia, ma nel contempo ha infuso un senso di speranza.
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