Le radici della devozione alla Madonna di Pompei affondano nell’ultima parte dell’800 e sono strettamente legate alla storia del Santuario e del suo fondatore, il Beato Bartolo Longo.
Difatti la costruzione del Santuario della Beata Vergine del Rosario ebbe inizio nel 1876, voluta fortemente dal Beato, unitamente alla Contessa Marianna Farnararo De Fusco, entrambi inclini alla fede e alla carità.
Della Contessa, rimasta vedova giovanissima e con 5 figli, Bartolo si ritrovò a curarne le proprietà, proprio a Valle di Pompei; e qui sembra che una voce abbia indicato al Beato stesso di occuparsi della Vergine del Rosario e di propagarne il culto.
Aiutato proprio dalle finanze dei De Fusco e dalle offerte dei fedeli e seguendo il motto “un soldo al mese”, decise perciò di costruire un Santuario per la Vergine.
Finalmente l’ 8 maggio 1876 ebbero inizio i lavori, che furono seguiti inizialmente dell’ingegnere Antonio Cua, in maniera del tutto gratuita ; mentre in seguito toccò all’architetto Giovanni Rispoli occuparsi di abbellire le decorazioni e realizzare la monumentale facciata, che fu conclusa nel 1901.
Nello stesso anno, grazie a papa Leone XIII il Santuario divenne Basilica Pontificia Maggiore.
A croce latina e ad una navata all’inizio, quattro cappelle ai lati e due nella crociera, aveva anche due cappelle esterne, tra le quali quella di sinistra di Santa Caterina, che fu la prima ad ospitare l’Icona della Madonna del Rosario, che ha una sua particolarissima storia all’interno della storia della Basilica.
Questo quadro fu rinvenuto al Conservatorio del Rosario di Portamedina in condizioni assai pietose dallo stesso Beato Bartolo Longo, che, imbarazzato, lo scelse solo perché gli era stato consigliato dal suo confessore Padre Radente.
Oltretutto, in questo dipinto è a Santa Rosa che viene porta la Corona dalla Vergine, e non a Santa Caterina, come voleva la tradizione. Il dipinto, addirittura, arrivò in paese su un carretto che solitamente trasportava letame.
Naturalmente fu deciso che, per esporlo, il quadro doveva essere sottoposto a restauro. In realtà di restauri ce ne furono diversi, fino a quello definitivo del pittore Maldarelli, il quale, infine, ristabilì anche la tradizione, sostituendo Santa Caterina a Santa Rosa. E proprio nella Cappella di santa Caterina fu esposto il dipinto, dove nel tempo, si arricchì di diamanti e pietre preziose, dono dei fedeli per le grazie ricevute.
L’ultimo restauro del 1965, che pulì il dipinto dai vecchi colori dei ritocchi precedenti, portò anche alla scoperta del vero autore del quadro: un pittore seicentesco della scuola di Luca Giordano. Nello stesso anno, i fedeli poterono adorare l’immagine della Madonna nella Basilica di San Pietro, ove fu eccezionalmente esposta e dove il dipinto ricevette l’incoronazione di papa Paolo VI, prima di fare ritorno trionfale a Pompei.
Grazie al dipinto, e , quindi, all’icona della Madonna, oggi il sito è meta di pellegrinaggi, quando i fedeli rinnovano l’antichissima tradizione del Rosario mariano, che risale ai domenicani, e quindi al XIII secolo. Si tratta di un Rosario molto semplice e, per questo, ebbe un grandissimo seguito fra le popolazioni umili, tanto da essere detto anche “vangelo dei poveri”.
La supplica alla Madonna di Pompei ha il suo momento più importante l’8 maggio e la prima domenica di ottobre di ogni anno e si recita davanti al quadro, non solo richiamando fedeli da tutto il mondo, ma anche in diretta radio ed, oggi, anche televisiva o via streaming o satellitare.
Il sito del Santuario della Beata Vergine di Pompei non è soltanto il luogo dell’Icona della Vergine.
Il Santuario stesso è meritevole di essere visitato: esso occupa una superficie molto più grande di quella originaria, avendo subito lavori di ampliamento fra il 1934 ed il 1938.
Durante questi lavori furono create altre due navate, rispetto all’unica iniziale, e furono costruiti altri altari ed una cupola più grande, mentre venne abbattuta quella preesistente. La navata centrale,ampliata, presenta particolari corinzi nel cornicione che la percorre, mentre ai lati di essa vi sono le statue dei fondatori, cioè Bartolo Longo e Marianna Farnararo De Fusco.
La volta centrale dell’abside è sorretta da ben 9 arcate e presenta anche un affresco dell’Arzuffi, l’Assunzione della Vergine.
Notevole anche la cripta, che è un santuario nel santuario e che contiene i resti del Beato fondatore, in una cappella a lui dedicata, ed anche quelli della contessa Marianna Farnararo De Fusco. I pilastri che sorreggono la cripta contengono gli affreschi, di Mirco Casaril, che rappresentano fatti salienti della storia del Santuario.
Infine, un Campanile, in stile corinzio, alto ben 80 metri svetta dal Santuario e su tutto il paesaggio dei dintorni, permettendo ai visitatori una visione mozzafiato del Vesuvio, degli scavi di Pompei, della Valle del Sarno. Esso fu costruito dal 1912 al 1925, presenta una struttura in cinque ordini, sovrapposti e terminanti con una terrazza con balaustra.
Quasi a toccare il cielo, si erge una croce di bronzo dell’altezza di 8 metri, opera di Aristide Leonori. Fra le altre cose, al quarto dei cinque ordini c’è invece una statua di Gesù in marmo di Carrara, mentre quattro angeli in bronzo con trombe sono posti al terzo ordine. La campane sono ben 8 , di cui la maggiore misura 2 metri di diametro.
Mentre il Santuario era in costruzione, Bartolomeo Longo volle dotarlo di un organo a canne. Quello originale, a tre tastiere con pedaliera, fu sostituito dall’organo Mascioni nel 1952, ma anch’esso, per la scarsa manutenzione, fu definitivamente accantonato, cosicché oggi le liturgie vengono accompagnate da un organo elettronico.
Tutti i luoghi del Santuario della Madonna del Rosario di Pompei sono di grande interesse storico e religioso ed i visitatori provengono da tutto il mondo, attirati dalla forza della Fede mariana.Da non dimenticare, poi, naturalmente, che la vicinanza dei famosi scavi rende infine tutta la zona meta turistica di primaria importanza mondiale.
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