Chi ha sofferto almeno una volta nella vita di ragadi alle dita delle mani o dei piedi, o peggio ancora al capezzolo durante l’allattamento, sa bene quanto siano dolorosi questi piccoli tagli della pelle che fanno fatica a rimarginarsi e di tanto in tanto quando si riaprono fanno vedere le stelle.
C’è però un’altra zona del corpo che può essere soggetta a questi problemi, forse anche più “complicata” di tutte le altre: l’ano, tra le cui pliche raggiate si possono formare ragadi causate nella stragrande maggioranza dei casi dal passaggio di feci molto dure e consistenti che derivano da episodi di stitichezza.
Adottare tutte le buone abitudini che possono migliorare il transito intestinale (fibre, di cui tra l’altro in commercio esistono molti efficaci integratori, tanta acqua, attività fisica regolare) è d’obbligo se si vuole guarire dalle ragadi, e oltretutto così facendo si darà una svolta positiva al proprio stile di vita nel suo complesso.
Per non interferire con il naturale processo di rimarginazione è importante se si soffre di ragadi curare con attenzione le proprie abitudini igieniche. Si raccomanda perciò l’impiego di prodotti detergenti delicati ma al tempo stesso efficaci, preferibilmente saponi neutri senza coloranti né profumi, ricordandosi sempre di impiegare acqua tiepida e di non strofinare durante l’asciugatura, ma semplicemente tamponare con un panno morbido per rimuovere l’acqua dalla pelle.
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