L’incontinenza anale negli anziani è un fenomeno tanto diffuso quanto poco discusso. L’assistenza agli anziani non autosufficienti spesso comporta spese legate a pannoloni, cambi di lenzuola, condizioni psicologiche difficili da gestire, e, soprattutto, costose assistenze domiciliari. Secondo le stime, più del 30% della popolazione al di sopra dei 65 anni e il 56% degli anziani con turbe neuro-psichiatriche soffre di incontinenza fecale.
Le cause più frequenti riguardano lesioni della muscolatura del pavimento pelvico causato sostanzialmente da traumi e fratture, come quella del bacino, o da interventi ginecologici e colonproctologici. In altri casi l’incontinenza ha origine neurologica, come la Sindrome del perineo discendente, e provoca progressivamente la perdita della capacità di trattenere lo stimolo. L’atrofia muscolare e l’assottigliamento fibrotico dello sfintere anale interno sono altri dei motivi scatenanti dell’incontinenza anale nei soggetti anziani. Inoltre, per i pazienti con diabete, la capacità contrattile degli sfinteri e la sensibilità anorettale sono minate da episodi di neuropatia del pavimento pelvico.
Tra le terapie più efficaci per la cura dell’incontinenza fecale esiste il metodo THD Gatekeeper che grazie all’apporto di impianti auto espandenti ristabilisce la funzionalità degli sfinteri anali.
In base allo stato della patologia, si riscontra un miglioramento sensibile anche dello stato psicologico dei pazienti. Il metodo Gatekeeper assicura al paziente risultati duraturi, anche dopo molti anni dopo l’operazione.
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