Quanto a frequenza di utilizzo, gli ascensori sono tra i mezzi di trasporto in assoluto più sfruttati al mondo, e basta osservare l’incessante andirivieni di un impianto collocato in un edificio frequentato per rendersi conto dell’enorme mole di lavoro che questi sistemi per il trasporto verticale delle persone sono chiamati a svolgere ogni giorno.
C’è persino chi si è messo a quantificare, o perlomeno ci ha provato, le distanze percorse: l’ascensore di un condominio residenziale, edificio amministrativo o ospedale “macina” in vent’anni circa 300.000 corse che corrispondono suppergiù a 400.000 chilometri – 15.000 in più della distanza che separa la Terra dalla Luna.
Ed è così che un impianto che si porta alle spalle molti anni deve, per certi versi, essere guardato con un po’ di ammirazione. Ma questa deve prontamente lasciare anche spazio a considerazioni di carattere più pragmatico: i problemi di un ascensore vecchio (inaffidabilità, aspetto obsoleto, scomodità) devono essere prima o poi affrontati in qualche modo.
La questione non è di quelle che si possano sottovalutare: ci sono circa 900.000 ascensori in Italia, e oltre la metà di essi sono stati installati da più di vent’anni. Per contrastare questa progressiva tendenza all’obsolescenza la soluzione migliore per evitare la costosa sostituzione integrale dell’impianto è l’adozione di misure di ammodernamento sugli ascensori: interventi mirati che sostituiscono solo le parti più usurate e a rischio, con un notevole beneficio in termini di costi e di tempi ridotti d’intervento.
Grazie a queste misure si potrà ottemperare anche agli obblighi di legge e, in particolare, al Decreto Ministeriale specifico per la sicurezza, risalente al 2009, che stabilisce che tutti gli ascensori antecedenti al 1999 debbano essere adeguati alle normative di sicurezza oggi in vigore.
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