Battendo e martellando in superficie i metalli se ne aumenta la compattezza e la solidità: questo avviene perché gli stress compressivi che deformano il materiale vanno a formare una sorta di scudo protettivo che, con la sua costante tensione interna, si oppone con efficacia all’usura e alla formazione o propagazione delle crepe.
Lo studio scientifico degli stress meccanici di questo tipo è una scoperta relativamente recente nel campo della metallurgia, che è stata possibile grazie all’invenzione dei moderni microscopi e strumenti di analisi; ma questa pratica di percuotere i metalli, come insegnano i fabbri, è nota da millenni.
Su questo fondamentale principio fisico si basano alcune attuali tecniche di trattamento dei metalli tra cui, in particolare, la cosiddetta micropallinatura che permette di migliorare le caratteristiche fisiche e le performance dei manufatti grazie all’utilizzo di migliaia di “micro-martelli” ovvero di sferette dure sparate a raffica contro l’oggetto da lavorare.
La continua e intensa percussione esercitata durante la pallinatura va a irrobustire la struttura fisica del manufatto in metallo, rendendolo più resistente dal punto di vista meccanico, ma la lavorazione regala anche altri benefici.
Benefici tra cui, in particolare, il miglioramento dell’estetica dell’oggetto che viene efficacemente ripulito dai micro-proiettili e reso più lucido, omogeneo e di aspetto brillante. Grazie alla micropallinatura si possono eliminare, in particolare, impurità, sporcizia, ruggine e patine ossidate, restituendo quindi al componente metallico il suo aspetto originario.
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