La maggior parte delle persone si rende conto, più o meno improvvisamente, di avere le emorroidi solamente quando esse iniziano a farsi sentire (dolori e bruciori) e vedere (sanguinamenti). Ma la verità è che tutti nasciamo con le emorroidi, piccoli cuscinetti il cui scopo è aiutare la funzionalità di contenimento dello sfintere; di certo non aiuta a fare chiarezza il fatto che sia la patologia che le strutture anatomiche vengano indicate con lo stesso nome.
Ma c’è di più, perché oltre a essere tutti “muniti” di emorroidi, ne abbiamo anche di due tipi diversi. Ci sono quelle esterne, vicino allo sfintere, che tipicamente in caso di problemi si gonfiano, dolgono e in caso di prolassi temporanei (o permanenti) arrivano a essere visibili. E poi ci sono le emorroidi interne, situate maggiormente in profondità e prive, al contrario delle precedenti, di terminazioni nervose.
Perciò i sintomi associati a queste emorroidi sono diversi rispetto a quelli dei cuscinetti esterni: il dolore è assente, o comunque trascurabile, mentre permane la possibilità di sanguinamenti – anche di una certa entità – nel momento in cui un’emorroide interna si gonfia e viene lesionata dal passaggio delle masse fecali.
In caso di problemi di emorroidi, qualsiasi siano i sintomi è necessario chiedere il consulto di un medico o, ancor meglio, di uno specialista in proctologia: talvolta bastano semplici accorgimenti per guarire, altre volte è preferibile ricorrere alla chirurgia mininvasiva.
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