Il referendum trascina l’Eurozona in un territorio nebuloso, difficile da decifrare ma con la certezza di una nuova ondata di fattori di rischio inediti per i mercati: il mito dell’irreversibilità dell’euro è ora in bilico. Non si tratta di una crisi sistemica né economica, ma solo politica e ciò la rende molto differente dagli esempi del 2011 e 2012.
In Grecia stravince il “no”: oltre il 61% degli elettori ha votato contro la proposta di accordo presentata dai creditori. Netta vittoria dunque della linea dura espressa e sostenuta dal premier Tsipras, atteso oggi in tv per parlare alla Nazione e commentare il risultato delle urne.
Secondo noi di Sofia SGR lo scenario macroeconomico potenzialmente favorevole per i mercati azionari europei non cambia: una volta rimosso il premio al rischio di natura politica, i tre driver cruciali – deprezzamento della valuta, crollo dei prezzi dell’energia, ripresa del credito – potranno continuare a supportare l’attività economica e a trovare “realizzazione” nei mercati.
La crisi greca si è trasformata oggi in uno shock politico per l’Europa; a questo punto, solo un’azione forte della Banca Centrale Europea – premettendo che la politica europea sia d’ora in avanti in grado di darle il giusto supporto e “consenso” – può dare credibilità e visibilità di medio termine al progetto.
In ottica di medio e lungo termine, noi di Sofia SGR rimaniamo positivi sulle prospettive dell’Equity europea e italiana. Nel corso dell’estate potrebbe emergere il segnale di riacquisto che attendiamo da aprile, quando avevamo deciso di alleggerire il peso azionario dopo un primo trimestre monstre. La parola d’ordine è “pazienza”, va monitorata con attenzione la variabile politica e va ottimizzato il timing di un eventuale ingresso.
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