L’Istat continua a fornire dati allarmanti sulla situazione occupazionale: nel secondo trimestre del 2013, solo il 60% dei giovani tra i 25 ed i 34 anni ha lavorato (erano 7 su 10 nel 2007). In totale, il tasso di disoccupazione per questo segmento anagrafico è cresciuto in tre anni di oltre sei punti percentuali: dall’11,7% del 2010 al 17,8% attuale.
Se andiamo a guardare le statistiche più da vicino, scopriamo che i numeri non sono uguali per tutti: al nord l’occupazione in questa fascia di popolazione continua a tenere (86,6%), ma al sud il dato rivela una situazione drammatica (51% di occupati maschi e 33,3% di occupate).
Il motivo di una situazione tanto critica non è soltanto uno: ci sono stati infatti i rinvii dei pensionamenti, ma ha pesato molto anche la situazione di crisi e incertezza economica generale.
In questo scenario disastroso, è possibile trovare delle vie d’uscita? Sì, ma occorre faticare per trovarle e metterle in pratica. Bisogna individuare i settori economici più vitali, distinguersi dalla “massa”, studiare molto e continuare a dedicare del tempo alla formazione anche a carriera già avviata. Bisogna mettersi in discussione di continuo, rimodellando se necessario anche le proprie aspettative.
Non è una situazione facile, ma al contempo offre nuovi spazi per idee innovative e per chi il lavoro vuole inventarselo da zero. Insomma, come ogni grande crisi, anche quella attuale è sia terremoto che opportunità: spetta ai giovani adulti rimboccarsi le maniche e inventare nuovi modi per “sopravvivere” e “resistere”.
Link utili: www.masterinfinanza.org
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